giovedì 27 novembre 2008

Muri, ulivi e lacrime

Dedico i miei ultimi minuti di lucidità (se coì si può chiamare) alla Palestina.

Ieri notte finalmente ho finito di vedere un documentario sulla Palestina...era da un anno che me lo ripromettevo e finalmente ce l'ho fatta.

THE IRON WALL di Mohammed Alatar

Si può vedere diviso in 6 parti (questo è il link della prima http://it.youtube.com/watch?v=LSPatKNo-3Q) o nella versione unificata.
Insomma si può fare quello che si vuole basta che lo si veda.

Il film, in particolare, mosta uno degli aspetti più tremendi della poltica dello Stato di Israele: i settlements e la costruzione del muro.
Prima di andarmene dovrò dedicare qualche parola in più a queste entità denominate "coloni"....

Premetto che da quando sono qua mi è capitato pochissime altre volte di ritrovarmi con gli occhi gonfi e rossi per una situazione, un racconto, un immagine...
Ieri è stata una di queste.

Gli ulivi
Ho pianto per degli alberi di ulivo.
Non l'ho fatto per le persone e l'ho fatto per gli ulivi.
Non sono solo piante...
Sono LA Palestina: è la terra di secoli, è il sacrificio di tuo padre, è il sudore tuo e di tua moglie, è l'unione della famiglia che le raccoglie sotto il sole, è tuo figlio che ci gioca sotto, è il tuo passato, è la storia tua e del tuo popolo, è identità, è il tuo presente, è cibo sulla tua tavola, è il tuo futuro, è l'eredità per i tuoi figli, è dono di Allah, è il tuo desiderio, è il tuo sogno, è la TUA terra, è la tua vita...




Distruggi un ulivo e ditruggi un uomo, godi del suo dolore, gioisci del tuo bieco colonialismo, espropri la Palestina che non è dono dal cielo concesso a te.

Sentivo il rumore della sega elettrica e piangevo...
Guardavo l'uomo disperato, per di più arrestato dai soldati e piangevo...

Tristezza, rabbia e incomprensione.

lunedì 24 novembre 2008

Una contessa e mille paure

Ho appena finito di scrivere un pezzo ma mi sembrava troppo cattivo.

Quindi facciamo che canalizzo in altro modo i sentimenti di oggi.
Due canzoni e sarò breve.

Mi barcameno tra la pena e il nervoso, tra la tenerezza e la rabbia.
Sento la sua risata gracchiante, tronfia, grassa.
In cerca di tenerezza, ma rinchiuso nel viscidume, falso e timoroso.
Ti impasticchi a 60 anni, urli e strepiti.
Un dandy mal riuscito, anacronistico e non credibile.
Sono sfigata io vero? Sono una sfigata perchè non è il sesso meccanico che mi guida.
Solo "contessa miseria".
Contessa miseria
la vita prima o poi
estiungue il suo debito
contessa miseria
la vita prima o poi colpisce a sorpresa

senza chiedere
senza preavviso
contessa miseria
la mente ibernata a vent'anni
[C.Consoli]

Sfuma la rabbia e mi lascio cullare in una solitudine cercata, diversa, anche bella.
E le paure di sempre mi fanno compagnia come gnomi malefici...so che spariranno, con il sonno, con la luce, con tutta la mia "disperata passione"....intanto sono qua, disturbanti, un pò ridicole.


"When the night has been too lonely
And the road has been too long
And you think that love is only
For the lucky, and the strong
Just remember, in the winter
Far beneath the bitter snow
Lies a seed, that with the sun's love
In the spring, becomes the rose"
[Janis Joplin]

E camma fà direbbe qualcuno: le lascio addormentarsi qua.
E io mi addormento con loro, sperando nelle rose, vere e lontane dalle bugie.

lunedì 17 novembre 2008

Fare l'amore con la Palestina




E vibra nella mano che accarezza Samira. Vibra nel polso che batte il tempo e scandisce la rabbia. Vibra nel braccio teso ad abbracciare questo dolce fucile. Vibra negli gli occhi sognanti di mare. Vibra nella bocca muta che sussurra di pace e di guerra. E vibra nel collo stretto da Hatta, amata puttana. Vibra nella pancia che spinge rabbia e impotenza. Vibra nella voglia di fare l'amore, lento e profondo. Vibra nelle gambe che vogliono correre via e tornare e poi correre via. Vibra nei piedi che pestano odio.
Vibra Samira, corteggiata e gelosa. Vibra Samira per Jaffa, Nablus, Gaza, Jenin e Ramallah. E i due amanti neri vibrano, vibrano per la Palestina, vibrano di Palestina.


venerdì 14 novembre 2008

Una straniera con la febbre

Riinizio con un pezzo di Cyrano che ho messo pochi giorni fa.
Sarà perchè questa canzone continua a entrarmi in testa in questi giorni.
Sarà perchè guardo la Palestina di qua e la mia Palestina italiana e continuo a ripetermi:

"Dev'esserci lo sento in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto"
[F. Guccini]
Risento la sentenza dell'irruzione alla scuola Diaz.
Assolti i reponsabili della strategia, assolta la politica, principale colpevole.
Il mio pensiero viaggia dagli ulivi palestinesi bruciati dai coloni, a una mamma che viene bloccata a un checkpoint mentre il bimbo le muore nella pancia e lei con lui, a una risata umiliante di un soldato, al diritto negato ai clandestini di accedere al diritto alla salute, ai ghetti nelle classi delle scuole, all'università che non è più cosa pubblica, a un'informazione ridotta in silenzio dalle leggi del mercato e dalle leggi della politica, da una sentenza che nonostante le evidenze assolve porci e cani......no, in terra forse questo posto non c'è.

E' una tristezza e una frustrazione che divora, se tu le dai spazio.
E io non gliene voglio dare stasera.

E ci sono almeno due motivi per cui non voglio dare questa soddisfazione al "morto disadorno".

Il primo è che voglio rimanere straniera a questa merda...se la incontro so che è merda, la pulisco quando riesco, ma non voglio che si prenda il mio profumo.

"Da vita a morte è solo storia di grottesca assenza
Di sete d’aria fresca e nuova e fame di vacanza
Così ogni tanto cerco attorno chi dallo sguardo fa sfuggire
Sul piombo grigio d’ogni giorno la voglia di partire

Siamo stranieri a sta città
Siamo stranieri a questa terra
A quest’infame e dura guerra
Alla viltà e al letargo
Prendiamo il largo verso altrove
Dove non seppellisci i sogni
Dove non inghiottisci odio
E arrivi a odiare i tuoi bisogni…

O morte vecchio capitano
Salpiamo l’ancora, su andiamo
Inferno o cielo cosa importa
Da questa vita morta
Come straniero partirò
Senza più niente da sperare
Fra quattro assi e dieci chiodi
Vedi c’è odor di mare… e ciao"
[Alessio Lega]
E il secondo è che ho la febbre, una febbre meravigliosa e oggi non posso pensare ad altro

"Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri."
[F. Battiato]

lunedì 10 novembre 2008

Scuola: strumento

Oggi scivolo sulla Palestina e penso all'Italia.
O forse anche questo è un modo per sentirmi più "in Palestina", con qualcosa di mio, che entra ed è dirompente.
Scrivo ancora, distratta dallo studio; scrivo ancora perchè oggi mi sono alzata con in testa la scuola.
Strumento di controllo? Forse.
Strumento di emancipazione? Forse
Strumento.

"Cari colleghi, noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università [...]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola alla Difesa della scuola. Perchè difendiamo la scuola? [...] Difendiamo la scuola democratica: la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perchè questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà [...]. La scuola, come la vedo io, è un organo "costituzionale". Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola "l'ordinamento dello Stato", sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l'organismo costituzionale e l'organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell'organismo umano hanno la funzione di creare il sangue.[...] A questo serve la democrazia, permette ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità (applausi). Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico, perchè solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali. [...]"

[Dal discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell'Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950]

Lettera a una studentessa

Distratta nello studio, trovo questa.
E' di Nichi Vendola.
Niente partiti. Solo una riflessione.

"Non hai un solo nome, sei un soggetto plurimo, sei una moltitudine, sei maschile e femminile. Eppure voglio scriverti pensandoti come un singolo, anzi come una singola. Si, come una studentessa: e non certo per pelosa galanteria, ma perché la “cosa” che incarni è così poco militarizzata e gerarchizzata che mi offre una declinazione al “femminile” dei pensieri che mi ispiri. E dunque, cara studentessa anti-Gelmini: ti spio, ti annuso, provo a decifrare il tuo lessico, cerco di indovinare i tuoi gusti e le tue passioni. Hai la faccia anche della mia piccola Ida, che è andata al suo battesimo con la piazza con la serietà con cui ci si presenta ad un esame scolastico. Il suo primo corteo. Mi sono imposto, per una questione di igiene politica, di non fare paragoni (il 68, il 77, l’85, la pantera): quei paragoni che dicono molto della nostra vecchiezza e poco della giovinezza di chi compone le forme nuove della ribellione al potere. Ho cercato di non sovrapporre la mia epopea, la mia biografia, la mia ideologia, al corpo sociale che tu rappresenti, al processo culturale che tu costruisci, alla radicale contraddizione che tu fai esplodere con la fantasia e il sarcasmo dei tuoi codici comunicativi e della tua contro-informazione. Tu sei, seppure ancora appesa a più fili di adolescenza, una domanda matura e irriducibile di democrazia: e hai capito che per non essere ridotta alla volgarità del tele-voto e della pubblicità, la democrazia non può che vivere e rigenerarsi nel rapporto con le culture, nella socializzazione dei saperi critici, nella ri-tessitura quotidiana delle reti di incivilimento e dei nodi di convivialità. La scuola è il fondamento di ogni democrazia. Lo è quando insegna ai bimbi delle elementari l’elementare rispetto per ogni essere umano: precetto che forse evaporerebbe in qualche istituto scolastico di rito padano. Lo è quando riannoda i fazzoletti della memoria storica e tramanda narrazioni, saperi e valori. Lo è anche quando la scuola fuoriesce da sé, straripa nel conflitto politico-sociale, invade la piazza, trasferisce la cattedra sul marciapiede, proietta le proprie attitudini pedagogiche sui territori, rompe la separatezza dei suoi microcosmi e investe con domande di senso l’intera società. Dimmi che scuola hai e ti dirò che società sei. C’è chi immagina, anzi c’è chi vuole apparati della formazione che preparino alla precarietà esistenziale e produttiva: e dunque servono scuole e università dequalificate. Le classi dirigenti (forse è più appropriato dire “classi dominanti”) si riproducono invece per partenogenesi, ben protette in quei laboratori della clonazione sociale che sono scuole e università private. Cara studentessa, queste cose tu le hai scoperte con semplicità, le hai spiegate alla tua famiglia, le hai narrate con compostezza nelle assemblee, hai rivendicato la tua centralità (la centralità della pubblica istruzione) contro chi “cogliendo l’attimo” dell’egemonia berlusconiana voleva e vuole di colpo annullare un secolo di battaglia delle idee, di esperienze gigantesche di riorganizzazione sociale e scolastica: hai ben compreso che la Gelmini non è folclore, ma è il punto più insidioso dell’offensiva della destra, è una sorta di don Lorenzo Milani rovesciato, è l’apologia di un “piccolo mondo antico” abitato da voti in condotta e grembiulini monocromatici dietro la cui scenografia ottocentesca si muove la modernità barbarica del mercato: che non ha bisogna di individui colti, e liberi perché padroni delle conoscenze, ma ha bisogno di piccole libertà in forma di merce per individui ammaestrati alla competizione e diseducati alla cooperazione.
Carissima studentessa, la lezione più importante che ho appreso studiando le vicende del secolo in cui sono nato è che l’obbedienza non è una virtù assoluta. Se è ossequio ad un potere cieco, ad un codice violento, ad un paradigma di morte, allora bisogna ribellarsi, allora bisogna scegliere le virtù civiche della disobbedienza. Non si può obbedire alla politica del cinismo affaristico e classista. Al contrario, dobbiamo cercare la politica che ci aiuta ad essere la forza ostetrica che fa nascere il futuro. Volevo ringraziarti perché, spiandoti e annusandoti, non ho pensato: questa qui è dalla mia parte. Ho pensato che la mia parte (stavo per dire il mio partito) è nello spazio riempito dai tuoi gesti, dalle tue parole, dalla forza inaudita di tutte le tue libertà.
"

[Nichi Vendola, 30 ottobre 2008]

Preda e complice

E scivola la sera tra i luoghi che attirano il mio sguardo
la mia attenzione.
Dormo solo poche ore.
La caffeina scuote le mie voglie
sto sempre sveglio, ho voglia di arditezze.
Non saremo più né tu né io.

Cerca di restare immobile, non parlare
lento il respiro all'unisono rallenta il cuore.
Muta la furia in ebbrezza in tenerezza
lasciati andare
lasciati andare
piano
fino ad arrivare all'estasi
con me.

Volare così in alto da afferrare la preda ambita
senza luoghi comuni né vane parole.
Si intrecciano lenzuola come sacre bende di sacerdoti
egiziani.
Non saremo più né tu né io.

[F. Battiato-
La preda]


Complice e preda di una Bellezza acerba...

Bellezza perchè è voglia timida e sicura di toccare
Bellezza perchè sa ridere
Bellezza perchè non si vergogna
Bellezza perchè ha il coraggio di immaginare
Bellezza perchè è complice
Bellezza perchè libera
Bellezza perchè è carne che non conosco
Bellezza perchè è sentire condiviso
Bellezza perchè stupisce
Bellezza perchè è caso
Bellezza perchè è magia
Bellezza perchè non ha paura
Bellezza perchè è sentimentalmente anarchica
Bellezza perchè si specchia in una canzone
Bellezza perchè è poesia

Bellezza che è nata
Bellezza che cresce
Bellezza che c'è.



venerdì 7 novembre 2008

Disperata passione

Pensierino della buonanotte..
Dopo due giorni di nostalgia e tristezza intravedo dei lumini in questo terriccio palestinese...

Pasolini è più vicino del solito:
"Mi chiederai tu, morto disadorno,
d'abbandonare questa disperata
passione di essere al mondo?"
Disperata passione di essere al mondo....
E' così carnale, così materiale, spogliata di ogni mistificazione eppure così alta, così pura...

Disperata passione di essere al mondo....
amica dello stupore.

E ti rispondo, caro morto disadorno che oggi non ci penso neanche un secondo a lasciarla la mia disperata passione....oggi ancor più di sempre...
Oggi ho sentito stupore.
Nel fatto che si possa sentirsi naturalmente naturali , nel fatto che riesci soltanto a cogliere la bellezza di un'istante senza preoccuparti di immaginare quello dopo, nel fatto che si possano ancora scrivere lettere agli sconosciuti, nel fatto che ci sono degli incontri che hanno nessuna prospettiva e contemporaneamente tutte le prospettive dell'universo, degli incontri che ti stringono e non ti costringono, degli incontri che ci sono e basta così, senza come né quanto.
Stupita.

Diperata passione di essere al mondo, malattia congenita che mi accompagna.

mercoledì 5 novembre 2008

Non chiedo tanto....

Stavo pensando che questo blog è troppo serio...
Sarà che qui mi prendo troppo sul serio
Sarà che sono nostalgica
Sarà che ho voglia di Bologna e di tutto quello che ci sta dentro
Sarà che ho voglia di parlare italiano, senza ogni volta diventare pazza tra inglese e arabo




e allora vorrei solo:
-una birra con la lu,ubriache dopo 3 sorsi e mezzo a parlare di una comune alle porte di Genova, improponibili progetti di riabilitazione sociale con gli asini e storie lacrimose mentre ridiamo e ci diciamo quanto siamo fighe...
-latte e biscotti con la fra, sogni nuovi e rendicontazioni di passati, lupi che cagano a più non posso sulle montagne dietro Montesole,non-so-bene-che-cazzo-fare-della-mia-vita-e-anche-se-provo-a-spiegarlo-nessuno-mi-capisce, VanGogh e girasoli...
-un vinello-pane-formaggio al Fioravanti di giovedì con le altre due...quelle con cui possiamo essere solo in tre, ali e cami..sentirmi chiamare nanetta, litigare se è meglio la clinica o la sanità pubblica, ricordarsi che avete tirato tanta merda sulla psichiatria mentre io volevo solo "stare a fianco del Disagio" (che poi chissà cos'era sto disagio!!) e che poi quando ho deciso di lasciar perdere tutto guardarmi incazzosissime e dire:"Stai lasciando la psichiatria al suo triste destino, vergognati!", capirci con un occhiata pensando a dove mettere le bombe, fare un corso di fiorellini-soli-e-lune, rendersi conto che le nostre vite sono sempre "un delirio"...
-un caffè(e sigaretta per me) fuori dal dipartimento con la bri-dolce-dolce,l'ali, che è un pozzo di pazienza (e mi fa invidia perchè non si distrae mai ed è l'unica al centro che lavora seriamente!)e deniz con il suo the coccolante cannella e zenzero
-una ceres con la giu, con tutto il dolore e la bellezza del mondo, confusioni e redenzioni
-studiare un pò con la ludo, interrompendoci ogni tre minuti e dirci che questa-è-l'-ultima-volta-che-ci-distraiamo-però-ora-è-proprio-necessario-perchè-se-no-non-vado-avanti-anzi-vai-avanti-tu-senza-di-me-no-ti-aspetto-ne-parliamo, e andate e ritorni, cioccolato con le fragole e "non so che cazzo fare"
-(ho voglia anche un pò di milano con le due ele e la carla ma questa è un'altra storia...ora c'è Bologna)
-una cenetta riso nero e fave con la ele e sara, senza badanti nei pensieri, solo confessioni, sigarette e cazzate
-due occhiate con fil, che mi distrugge ogni sogno sessuale dicendomi che il Subcomandante ha la pancetta, rivoluzioni dal basso e cominità resistenti e prometeo
-la pizza della mari, mentre archittettiamo piani per eliminare gli stronzi dalle nostre vite
-una domenica pomeriggio con ardi, dopo strafoghi di cibo, in un alienazione studio-lavoro, con pausa consiglio e dai-ardi-cagami-giuro-è-l'ulitma-volta-che-ti rompo, e tette e culi di brasiliane e youporn (terrone pervertito)
-le coccole di Gibo, che da lontano c'è e che tutto è come sempre, più di sempre
-tutta sera e notte con LA compañera, a parlare di rivoluzione, comuni, gramsci, indecisioni, voglio diventare come Farmer, tutti i libri che ci dobbiamo leggere (Le Irregolari, Le donne abitate, In ogni caso nessun rimorso, La danza immobile...), "mi sono innamorata, vale.....chiara cazzo ma lo conosci da due ore", sono-felice-anche-quando-sono-triste, "ora Fango è per la strada lungo i muri e nel quartiere, nelle culle dei bambini dorme, non si fa vedere, ma tu senti il suo calore sulla punta delle dita, Fango nasce nel tuo corpo e trasforma la tua vita" e con te è diverso...

martedì 4 novembre 2008

Agitatevi, organizzatevi, studiate...

"Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza."
[Antonio Gramsci]

Per Prometeo che si agita, si organizza e studia...e fa...

http://forumdelmaalox.forumfree.net/?t=33745607&st=0#entry280233749

http://www.gruppoprometeo.org/

lunedì 3 novembre 2008

Eppure soffia

Lontana e nostalgica...
Guardo le foto, leggo i volantini, vedo i video, rido per gli striscioni, sento le urla, avverto un sospiro di questa Italia, che da troppo tempo era attaccata a un respiratore meccanico...
Forse è ancora troppo poco, forse non basta, forse l'indifferenza della Maggioranza è ancora il cuore pulsante, forse...ma c'è aria nei polmoni...

"Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie"
[P.Bertoli]


domenica 2 novembre 2008

Satisfactory examination

Amin Shquira, 30 anni,dopo tre giorni di interrogatorio: edema alla mano, ecchimosi agli arti inferiori e superiori, nonchè al tronco, ematuria e iperglicemia non presenti al momento delll'ingresso nel carcere...
Traduzione per i profani: entra in carcere in perfetto stato di salute; dopo tre giorni di interrogatorio Amin aveva la mano gonfia, lividi in ogni parte del corpo, pisciava sangue e lo zucchero nel sangue era alto.

Dal Rapporto dell'infermeria del centro di detenzione.
Il dottor Jacob Alexander scrive: “27 November 2004, 5:30 a.m., wing 19/20. Shqirat Amin. Age: 30. Blood pressure: 120/80. Pulse: 86. Temperature:36.6. New detainee. States he is healthy, denies taking medication. Upon examination is found in overall good condition.
Dr. Jacob elaborates, and signs “satisfactory examination.”

Traduzione: parametri sotto controllo dice il referto...quindi l'esame del paziente soddisfacente!! Quindi il paziente è in buone condizioni!!
Effettivamente se uno urla di dolore e piscia rosso è intuitivo che sia in perfette condizioni!!
La prossima volta che uno arriva in Pronto Soccorso contorcendosi dai dolori mentre fa pipì, gli batto una pacca sulla spalla e gli dico: "Ehi vecchio, va tranquillo che stai un gran bene!!!"
La mano gonfia?Era un pò incazzato con la moglie e avrà tirato un pugno al muro.
I lividi ovunque saranno il risultato di qualche giochetto erotico con sè stesso tra un interrogatorio e l'altro; infatti dopo 16 ore di interrogatorio e altre 16 in attesa è normale che nell'unica ora si sosta concessa uno si autoinfligga lividi.

In sostanza....le opzioni sono due:
1) il Dr. Jacob è ignorante, incompetente, cieco, sordo...in due parole da ora in poi non può più esercitare in nessun Paese del mondo
2) il Dr. Jacob è uno stronzo, indegno di farsi chiamare medico, beffardo di qualunque codice deontologico...in due parole da ora in poi non dovrebbe eserciatare in nessun Paese del mondo.

C'è questo gap che non mi torna? Il Dr. Jacob sta ancora esercitando!

"La salute del mio paziente sarà la mia prima considerazione"
"Il medico deve praticare la medicina al servizio dell'umanità per preservare e restituire la salute fisica e mentale senza distinzione tra le persone...non sia fatto nessun utilizzo di conoscenze mediche contrarie alle leggi dell'umanità"
[Dichiarazione di Tokyo, Associazione Medica Mondiale]


Continuo a non capire perchè il Dr. Jacob sta ancora esercitando e non è stato sanzionato in nessun modo.