martedì 6 gennaio 2009

Vergogna?

Leggo così frequentemente la parola "vergogna" in questi giorni.
Vergogna per un massacro di quasi 600 persone in pochi giorni, vergogna per le bombe lanciate su case, ospedali e moschee, vergogna per un combattimento tra muli e carretti contro carroarmati, vergogna per un genocidio...

Il genocidio è iniziato il 27 dicembre 2008......

Per i Palestinesi il genocidio è inziato sessant'anni fa e dura da sessant'anni...
Questa è la questione.
La vergogna viene fuori quando ci sono i missili e i corpi squarciati di fronte a una telecamera.
Ma l'indignazione per un embargo che dura da due anni e mezzo, per l'impossibilità di uscire dalla striscia per andare a fare una chemioterapia, la disoccupazione alle stelle, l'impossibilità di pescare al largo (e quindi di pescare!!) pena mitragliatori israeliani addosso, il blocco delle materie prime (farina, petrolio compresi) dov'è, dov'è l'indignazione per la morte lenta, quella lontana dalle televisioni?

La vergogna è di chi, nascondendosi dietro alla paura di un crescente antisemitismo, continua a giustificare un colonialismo e un occupazione mistificandola a scontro religioso o di civiltà.

La vergogna è nel silenzio sui sessan'anni dell'occupazione della Palestina, sui posti di blocco ai chekpoint, sull'impossibilità di andare all'università o al lavoro, sulla distruzione e l'espropriazione di terre, sulle case dei coloni costruite sulle macerie dei villaggi palestinesi, sulle torture, sulle umiliazioni, sulle lacrime delle madri che vedono arrestati i loro figli perchè fanno volantinaggio in università, sulla disperazione delle mogli che guardano l'IDF portare via incappucciati i mariti mentre gattonano come cani.

La vergogna è dei fratelli musulmani che, incatenati dentro la logica del profitto e del commercio con chi permette questo cronico genocidio, se ne fottono della Palestina.

La vergogna è dell'Egitto che non apre le frontiere su Gaza.

La vergogna è dell'Unione Europea, della politica italiana (comunisti compresi) che morsi dal senso di colpa di una Shoa finita sessant'anni fa e mangiati dalla loro mentalità "alleta" tacciono su una Nakba che invece dura da sessan'anni.

La vergogna è nei mezzi di informazione che continuano a dipingere i Palestinesi come "naturalmente" terroristi senza contestualizzare, senza sentire l'esasperazione di chi le ha provate proprio tutte. Leila Khaled scriveva: "A quelli che si riferiscono alla lotta di liberazione palestinese chiamandola terrorismo, vorrei ricordare: chi e' che ha portato il terrorismo nelle nostre vite? Noi non abbiamo piantato il terrore nella nostra patria, e' il nemico che l'ha fatto. Dunque i termini dovrebbero essere ristabiliti, sforzandoci, per una volta, di vedere da dove e perche' il terrore e' venuto fuori."

La vergogna è nostra, intima.

Per lo stato di Israele e gli amici americani invece la vergogna non basta...

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