venerdì 24 ottobre 2008

Tra sacro e profano

Mi lavo le mani...è ora della "colazione" di metà mattina...
Qualunque cosa tu stia facendo ti metti in time-out...è ora di hummus, pane caldo, falafel, olio, origano, pomodori e acqua (se va bene se no 7UP).
Ognuno porta qualcosa da casa.

Penso alle mie "merende" negli angolini buii dei corridoi dell'università, proprio lì dove mettono macchinette straripanti di ogni puttanata.
Penso alla solitudine di circostanza che creano i tarallucci a 40 centesimi di euro appena usciti dalla bocca metallica.
Penso a me, studentessa bolognese, che nel cambio del prof (nelle mie ormai rare frequentazioni di lezione) corro con fretta verso l'aggeggio per evitare svenimenti pomeridiani.
Penso allo specializzando che, ancora più velocemente si accaparra il posto in prima fila al distributore del the e del caffè per sorseggiare in 23 secondi (con ustione annessa) la bevanda e poi ritornare con ancora più schizofrenia temporale al suo posticino.

Riflessioni nate seduta ad un tavolo organizzato in 2 minuti nel giardinetto dei posti di salute (parlerò di questi spazi più avanti).
Davanti a me la "colazione delle 11" e medici, infermiere e segratarie.
Si usano solo le mani, il piatto è unico.
Si spezza il pane, lo stesso pane lo si divide tra tutti.
Lo si intinge nell'hummus, lo stesso piatto di hummus lo si divide tra tutti
Niente galatei nati da una mente così "vicina" alla mia"...Vecchi e nuovi colonialismi descriverebbero la scenetta come vero atto selvaggio, fuori dal senso comune, dall'igiene, perfino da quello che è umano.
Eppure questo mi dà un senso di "umanità" diverso.
Incoscientemente, implicitamente c'è un senso di silenziosa condivisione...è cibo ma è molto di più.

Mi viene in mente le prime pagine di un libro di un teologo della liberazione (non mi viene proprio ora!!) che spiega il termine "compañero", "con-pane", condivisione del pane. Parla del cristanesimo-cattolico-occidentale che grida e incita al diventare "compagni di Cristo" e lui si chiede come si possa essere compagni se prima non si condivide il pane, se prima non si ha il pane da condividere. Il Papa ci ha appena detto che i soldi non sono niente. Si, giustamente il pane lo compri con tanto LOVE LOVE LOVE...e poi anche se non c'è il pane, che importa, tanto c'è Cristo...
Mi continuo a domandare come si è riusciti a far credere questa stronzata a milioni di persone. Forse questo Cristo libera, libera più di tante altre cose...ma la liberazione la devi sentire, la devi vivere e mi chiedo come ci si possa sentre liberi se non hai il pane, se non hai i soldi per il pane...

Torno al mio hummus e ci rileggo un'umanità profana (anche se bardata nelle tradizioni) che condivide.
Condivide e mangia quanto ce n'è, finchè ce n'è per riprendersi un pò di vita e un pò di normalità.

HUMMUS

Ingredienti:
Ceci lessati 250 g
Spicchi d'aglio 2
Tahina 2 cucchiai
Limone 1
Prezzemolo 1 mazzetto
Peperoncino e/o paprika 1 / pizzico
Olio di oliva 2 cucchiai
Sale

Preparazione:

Mettere nel frullatore i ceci, la tahina, il succo di limone, gli spicchi d'aglio pestato e il sale; se necessario aggiungere dell'acqua; frullare a bassa velocità per 30 secondi fino ad ottenere un composto omogeneo abbastanza denso.


FALAFEL

Ingredienti:
Ceci 400 g
Cipolla tritata 1
Prezzemolo 1 mazzo tritato
Spicchi d'aglio 2
Cumino 2 cucchiaini
Coriandolo macinato 1 cucchiaino
Olio per friggere
Pepe Un pizzico
Sale

Preparazione:

Scolare e togliere le bucce ai ceci dopo averli lasciati in ammollo per 24 ore. Trasferire nel frullatore i ceci, la cipolla, l'aglio, il prezzemolo, il coriandolo (semi) macinato, il cumino, un pizzico di pepe e il sale; frullare per 20 secondi fino ad ottenere un impasto fine ed omogeneo.
Lasciare riposare in frigo per 1 ora. Con il composto formare quindi, delle polpette medie e dorarle nell'olio bollente, girandole dolcemente, per 4 minuti circa. Quando le polpette sono ben colorite toglietele e asciugatele con la carta assorbente.



(Non contenta metto le ricette...
Non sono fatti come li fanno qui, ma in italiano è difficile trovare il reale)

...un'umanità profana che condivide e mangia quanto ce n'è, finchè ce n'è per riprendersi un pò di vita e un pò di normalità.

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